Sulle pagine di questo blog vogliamo raccontarvi il mondo visto con i nostri occhi, o meglio, con la nostra macchina fotografica. Attraverso l’obiettivo proviamo e viviamo emozioni che speriamo potranno arrivare fino a voi. In ogni articolo sfoglieremo le pagine dei nostri lavori, del nostro metodo, della nostra esperienza fotografica. Partiamo!
Di cosa vi parleremo
Sicuramente questo blog parlerà di ciò che sta dietro a un lavoro fotografico in ambito pubblicitario. Vogliamo farvi conoscere il nostro pensiero quando ci approcciamo a un nuovo lavoro e far trasparire l’intesa che deve esserci quando, insieme a un cliente, vogliamo raggiungere un obiettivo prestabilito.
Non solo: vogliamo raccontare il viaggio in ambito artistico. L’obiettivo è quello di portarvi con noi e trasmettervi, prima ancora dell’immagine, la nostra personale emozione davanti all’atto creativo e al luogo in cui ci troviamo. Tra queste pagine, che sono un po’ come una vetrina, possiamo esporre le nostre immagini e insieme raccontare chi c’è dietro a quelle immagini, ovvero i nostri clienti, che stanno facendo un percorso insieme a noi.
E infine, sicuramente avranno ampio spazio su questo blog anche le persone fondamentali che incontriamo ogni giorno sulla nostra strada e che ne determinano il tragitto.
E perché ve ne parleremo
Siamo convinti che, a differenza di un canale social, il blog sia un luogo molto più intimo, è a tutti gli effetti il nostro personale diario di bordo. Ed è perfetto per comunicare con voi: qui vogliamo condividere i nostri scatti insieme alle parole che li accompagnano, permettendoci di essere più comunicativi. Un po’ come quando ti ritrovi con un amico e gli racconti le tue impressioni di un’esperienza che hai vissuto come un qualcosa che ti ha arricchito e con l’immagine e il racconto lo vuoi far partecipe. Ecco. Questo sarà il nostro blog. Saranno momenti di piacevole intrattenimento per chi ci legge.
Qual è l’origine del nostro percorso fotografico
Ma entriamo subito nel cuore del nostro percorso. Oggi la fotografia è spinta al massimo per rendere sempre più veritiera l’immagine raffigurata, un’immagine che definiremmo esteticamente potente e a volte urlante. Noi abbiamo intrapreso la nostra attività proprio a cavallo della fine della pellicola e l’inizio dell’era digitale. Nel 2010 all’incirca quando ormai le linee guida della tecnologia erano state consolidate, la nostra domanda è stata: “E se invece di continuare a chiedere di più provassimo a fermarci e a tornare indietro, chiedendoci da dove siamo partiti”?
La risposta è stata dal Pittorialismo. Il romantico anello di congiunzione tra la pittura e quella che poi sarebbe diventata la fotografia, un salto indietro di circa 180 anni.
Proprio negli anni ‘40 dell’800 un ricercatore/intellettuale/sognatore, Fox Talbot, nostro punto di riferimento, ha sperimentato le prime tecniche per impressionare la carta trattata con nitrato d’argento e acido gallico per riuscire a far durare nel tempo l’immagine fotografata chiamata “calotipo”, dal greco “Kalos”, ovvero bello. La ricerca di questo pioniere, concentrato a riuscire nel suo intento, ha gettato le basi dei processi di stampa e della fotografia, curando in un primo momento il metodo e non l’estetica.
Da qui il nostro ancoraggio: riuscire a restituire tramite la nostra fotografia l’emozione della scoperta, il romanticismo, la casualità e i difetti dati dai limiti tecnologici di quel tempo.
Dal 2010 abbiamo avuto due obiettivi: cercare di riportare il mezzo digitale e la stampa fotografica (fatta con stampanti ormai ad altissima definizione) alla loro origine da un lato; e dall’altro trovare una finitura delle carte fotografiche attuali che più assomigliasse a ciò che avevano a disposizione un tempo. Un percorso analogo ma inverso rispetto ai primi sperimentatori.
Analogo per l’impegno e l’entusiasmo di provare e riprovare affinché la resa fosse come volevamo; inverso perché siamo partiti da quello che è stato il loro traguardo ritrovandoci a destrutturare 180 anni di affinamenti tecnici tra i quali la nitidezza, il contrasto variabile, i metadati per la correzione delle distorsioni delle lenti, la rappresentazione di un croma sempre più veritiero; insomma, tutto quello che permette alla fotografia moderna di rappresentare in modo fedele quello che vede l’occhio umano.
Il soggetto primario sono i nostri luoghi naturali che ci stupiscono come viaggi in luoghi inediti quando li rivediamo lavorati come fossero filtrati dal tempo.
Il tempo è un elemento fondamentale che cerchiamo di imprimere tramite la lavorazione digitale in un primo momento e poi con una finitura manuale di pigmentazione e ceratura a caldo che avviene dopo la stampa su carta photo rag ultrasmooth o museum della nota casa tedesca Hahnemuhle. Rendendo così nel contempo unica ogni riproduzione.
La veste onirica e romantica delle nostre immagini è un richiamo agli albori del pittorialismo, periodo in cui molti pittori sono passati all’utilizzo delle prime macchine fotografiche intraprendendo quel processo tutto da scoprire che ha portato alla fotografia e alla stampa moderna.
Ci piace pensare all’entusiasmo di quelle persone davanti a una stampa dell’epoca in cui a volte l’inquadratura passava in secondo piano, ma nonostante ciò sapevano che stavano cambiando il mondo permettendoci, oggi, di apprezzare testimonianze visive poetiche, sublimi e genuine per la loro immediatezza e semplicità compositiva come le immagini raccolte nei libri di Fox Talbot, Michele Kier, Gustave Le Gray, Margaret Cameron e più avanti Cesare Schiapparelli, per citare un esponente del territorio biellese, che nei primi anni del ‘900 ha conquistato non solo l’interesse italiano, ma anche quello straniero.
I soggetti delle nostre fotografie
La natura che suscita in noi emozioni ataviche e l’opera dell’uomo che in essa ha lasciato un segno sono per noi elementi d’indagine.
Come un tempo, cerchiamo spunti proprio in quegli elementi che sono già stati indagati dai pionieri della fotografia con l’obiettivo di far coesistere l’estetica di metà ‘800/inizio ‘900 con la nostra personale visione di fotografi del XXI secolo.
Prediligiamo quindi scorci paesaggistici e architettonici come i laghi, le montagne, le pianure, vecchi borghi di montagna e architetture d’epoca, in quanto li riteniamo dei forti collegamenti visivi con il periodo in questione. In questo modo riconduciamo nel passato l’osservatore odierno che viene stimolato dagli stessi concetti visivi dell’epoca, uniti alla nostra personale estetica romantica.
Nelle nostre immagini cerchiamo di far suscitare interesse e riflessione, conducendo l’osservatore in un viaggio onirico e poetico all’interno di un periodo passato, calandolo in una sorta di meditazione visiva che lo vuole ricollegare al nostro storico sociale e paesaggistico.
Se questo viaggio vi affascina, mettetevi comodi perché è appena iniziato!
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